Legatura mezza pelle blu novecentesca, titolo in oro al dorso e decorazioni dorate, cm. 20 x 14, pp. 304 (le pp 135,136,137,138 sono in facsimile). Incisione a piena pagina sull’antiporta. Bellissima carta spessa, con filigrane. Alla pag. 69 c’è un’annotazione manoscritta in grafia antica, f.t. Qualche macchia. Alla fine è rilegato insieme al libro un poema dedicato al vino, manoscritto in grafia settecentesca, su 5 pp n.n. + 3 bianche. Nel complesso una bellissima copia.
Esemplare di eccezionale valore storico e antiquario, questo poema in dialetto siciliano è stato scritto da alcuni membri dell’Accademia degli Etnei di Catania, che lo hanno dedicato al mecenate principe Vincenzo Paternò-Castello VI principe di Biscari, che era il figlio del fondatore dell’Accademia stessa, il principe Ignazio Paternò-Castello (1719 – 1786, che è stato un archeologo e mecenate). Il componimento è una “Cicalata”, cioè una lezione o discorso umoristico, in rima oppure in prosa, che si teneva nelle Accademie durante le feste, nel nostro caso durante il carnevale del 1789, ed è un inno alle qualità del vino, al gusto, agli effetti benefici di questa bevanda divina. Il poema percorre con grande humour i sentieri della storia, da Noè a Maometto. Sono molto interessanti le traduzioni di termini ed espressioni e le annotazioni a piè di pagina.